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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

Come si costruisce un movimento che rivendica il reddito?

https://www.dinamopress.it/news/si-inventa-un-movimento-rivendica-reddito/ Tra il 1964 e 1968 nasce il movimento della “domanda di assistenza”. I neri dei ghetti di Detroit, Los Angeles, New York iniziano a chiedere reddito. Bussando alle porte degli uffici pubblici. Qui da noi il reddito è oramai al centro del dibattito pubblico. Come si costruisce, nelle condizioni attuali, un movimento della domanda?

A MARIELLE FRANCO. NON UN PASSO INDIETRO. NON UNA DI MENO

https://nonunadimeno.wordpress.com/2018/03/15/a-marielle-franco-non-un-passo-indietro-non-una-di-meno/ «Attivista femminista, nera, sempre in prima linea per i diritti umani nelle favelas, contro lo sterminio delle popolazioni nere è stata uccisa. Una vera e propria esecuzione: è stata freddata con diversi colpi di pistola alla testa provenienti da una macchina che ha affiancato la sua. Insieme a lei è stato ucciso l’autista e gravemente ferita una sua collaboratrice. Marielle rientrava da un evento di femministe nere dove aveva difeso le politiche educative rivolte alla popolazione povera e nera, ricordando come lei stessa fosse riuscita a fare l’Università grazie ad esse.»

Pratiche di movimento. Organizzare l'orizzontale.

«Ad ogni modo, dopo il primo esperimento di sciopero globale delle donne dell’8 Marzo 2017 e dopo la pubblicazione del  Piano femminista , il movimento Non Una di Meno sta affrontando molte sfide. Le assemblee pubbliche, tanto nazionali quanto locali, sono molto partecipate e altrettanto eterogenee.  Ci troviamo di fronte all’esigenza di organizzare un processo che per sua natura incontrollabile perché va ben al di là delle strutture organizzate, sia per la sua scala sia in termini di partecipazione . Proprio quest’esigenza ci spinge a ripensare collettivamente pratiche, discorsi e forme dell’iniziativa politica per rafforzare la nostra capacità condivisa di interrompere la produzione e riproduzione della società. Inoltre, l’8 Marzo impone la questione urgente di come rendere lo sciopero uno strumento utile non solo per le donne e i soggetti LGBTQI+, ma anche per i migranti, i precari e gli operai di tutti i generi. Dobbiamo continuare a chiederci come fare dello sciopero un’esperienz

Giso Amendola: antirazzismo, femminismo, welfare, questione meridionale. Dopo le elezioni politiche.

«1. La disponibilità alla mobilitazione antirazzista che si è manifestata da Macerata in poi è preziosa. Non si traduce in voti? Chi pensa che questo tipo di mobilitazioni si traduca nello spazio della rappresentanza o si possa giudicare da quella traducibilità non capisce bene come funzionano i movimenti sociali. Quello che resta importante è che c'è resistenza da sviluppare sul fronte dell'accelerazione autoritaria e della razzializzazione del conflitto - che è veramente il  dato più "europeo" che ci dà questo voto, del resto dato previsto (e ben ci va che il non raggiungimento della maggioranza aritmetica delle destre ci apre una conquista di tempo, il che in questi passaggi è sempre determinante). 2. Il movimento femminista globale fondamentale era e più fondamentale diventa. Ce lo spiega anche l'America antiTrump: le resistenze forti in questi tempi stretti si sviluppano fuori dal cerchio magico del Soggetto maschio autoctono. 3. C'è una questione welfare

R. Ciccarelli: analisi del voto, reddito di base

«Un ultimo elemento di riflessione: la teoria sbilenca del “reddito di cittadinanza” rivendicata da Di Maio. Come sappiamo è un reddito minimo, particolarmente costrittivo, fondato su una lettura economica infondata – in un periodo modesto: un anno 18 mesi, due anni – il percettore di questo reddito troverà – anche perché obbligato – un “lavoro”. In cambio sembra che dovrà erogare  “otto ore di lavoro gratuito allo Stato” . Tale “reddito”, dice Di Maio, è destinato a scomparire perché alimenterà la “crescita”. Una “crescita” discutibile nelle premesse, oltre che negli effetti. E tuttavia questa proposta costituisce lo scheletro della politica pentastellata. Sempre che sia possibile, loro la declinano nella cornice di una “normalizzazione” e di una “neutralizzazione” della crisi. Il rischio non è solo quello di un nuovo assistenzialismo, quanto di un irrigidimento di un regime di lavoro coatto e gratuito. Il reddito di base va interpretato all’opposto: è un primo strumento per assi

La rivoluzione sensibile o dell'internazionale femminista

«C’è chi parla di terza ondata femminista, certo è che un nuovo movimento femminista è insorto: un femminismo intersezionale, queer e anticapitalista, il cui tessuto connettivo non si fonda su un ipotetico essenziale femminile (in quanto tale trasversale), ma sulla materialità dei vissuti; sull’intersezione e la combinazione delle differenze e delle rivendicazioni. Un femminismo capace di mettere radicalmente in discussione i perimetri che definiscono il confine binario legato al genere, rompendo gli argini angusti del maschile e del femminile, per fare spazio alla fluidità delle soggettività incarnate. Diviene così possibile, per riprendere le parole di Veronica Gago, connettere la specificità della violenza sulle donne anche con altre forme di violenza. [...]  Certamente uno sciopero politico, contro la violenza maschile sulle donne, ma uno sciopero non privo di piattaforma, di concretezza, di rivendicazioni tutt’altro che astratte o simboliche.»    http://www.euronomade.info/?p=907

Il potere sottosopra. Lo sciopero globale delle donne

«L’obiettivo è rendere visibile il modo in cui le gerarchie sociali e le posizioni sessuate sono riprodotte attraverso la violenza sessuale, le molestie sui luoghi di lavoro e la divisione sessuale del lavoro in ogni ambito.  Rendere lo sciopero sociale vuol dire allora individuare e combattere la connessione tra la violenza patriar cale e lo sfruttamento che sta alla base della società neoliberale . Lo sciopero si fa sociale nel momento in cui punta a colpire i processi istituzionali e sociali di gerarchizzazione che intensificano la precarietà producendo isolamento e frammentazione. Pertanto, le diverse pratiche e le molteplici modalità di partecipare allo sciopero che si stanno adottando in tutti i paesi non riducono lo sciopero a un’azione meramente simbolica, anzi moltiplicano i tentativi di politicizzare la posizione delle donne nella società, portando i «margini al centro», come affermano le compagne inglesi della Women’s Strike Assembly. Un chiaro esempio di ciò ‒ che emerge n

Perché amiamo Judith Butler, uno scritto di Cristina Morini

« “Il fatto che il femminismo si sia sempre interrogato sulla vita e sulla morte rivela la sua natura filosofica. Che si ponga delle domande sul nostro modo di organizzare la vita, il valore che le conferiamo, sulla maniera di preservarla dalla violenza e di condurre il mondo e le sue istituzioni verso nuovi valori significa che i suoi sforzi filosofici formano, in un certo senso, un tutt’uno con l’obiettivo della trasformazione sociale”.  [scrive Butler] Per queste parole, soprattutto, l’abbiamo amata e l’amiamo. » http://effimera.org/la-nostra-butler-di-cristina-morini/

Cristina Morini: tutta la vita deve cambiare

«Il nocciolo anti-identitario e ”non allineato”, ribelle, libertario, anticonformista del pensiero femminista delle origini fornisce più suggerimenti di qualsiasi altro discorso. Con un’accortezza: va tenuto in conto che  l ibertà  è una parola scivolosa e facilmente viene tradotta nell’ideale assoluto di una “società aperta” dove chiunque ha diritto a vivere come crede e che rende ben volentieri accessibile il dispositivo prestazione/godimento a tutte le diversità, devianze e handicap inclusi. Per Wendy Brown, il concetto di libertà deve infatti fare i conti con una sovranità che “è turbata soprattutto da forme di potere sociale sempre più intricate,seppur diffuse” (Brown, 2012: 9). E, d’altra parte, la libertà come pratica relazionale costantemente contestualizzata e non come concetto assoluto, continua a rappresentare la più efficace misura per distinguere chi è in grado, seppure relativamente, di esercitare il controllo sulla propria vita o chi invece no, la linea che segna la lin