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Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

Benedetto Vecchi, Nell'era della postverità

«Rompere la gabbia del consumo di informazione è certo un primo passo, ma quel che più conta è sviluppare una critica all’economia politica dell’opinione pubblica, dove produzione, consumo e distribuzione funzionano come un vortice che «cattura», risucchiandoli, i desideri, i pensieri, le aspirazioni, l’intelligenza presenti nella comunicazione. E poi c’è la cooperazione sociale. È solo attraverso una accorta e efficace critica dell’economia politica dell’opinione pubblica che si può immaginare una democrazia radicale che non tracimi nell’oligarchia, come ripetevano i classici della filosofia politica. Altrimenti ci si può salvare l’anima evocando un mondo che non c’è più, magari rinchiudendosi in una consolatoria  echo chamber  dove si assiste con terrore al flusso di informazioni e al loro rumore di fondo scandito da  fake news , denunciando la degenerazione della democrazia in un spazio dominato dal consumo e dalla postverità.» http://www.euronomade.info/?p=10144

sovversive e politiche

Denunciare la narrazione edulcorata del cancro al seno è un atto sovversivo. Denunciare che la ricerca scientifica è subalterna alle logiche capitalistiche del profitto è un atto sovversivo. Unirsi in un collettivo per lottare contro il cancro è un atto politico di interesse generale. Aderiamo, sosteniamo le Amazzoni Furiose: http://amazzonefuriosa.blogspot.it/2018/01/per-un-giornalismo-scientifico-serio.html

Michel Foucault: «non immaginate che occorra essere tristi per essere militanti, anche se la cosa che si combatte è abominevole.»

« Rendendo un modesto omaggio a San Francesco di Sales, si potrebbe dire che l' Anti-Edipo è una Introduzione alla vita non fascista *. Quest’ arte di vivere contraria a tutte le forme del fascismo, che esse siano già installate o vicine ad esserlo, si accompagna a un certo numero di principi essenziali, che, se dovessi fare di questo grande libro un manuale o una guida della vita quotidiana,  riassumerei come segue: – liberate l’azione politica da ogni forma di paranoia unitaria e totalizzante; – fate crescere l’azione, il pensiero e i desideri per proliferazione, giustapposizione, disgiunzione, invece che per suddivisione e gerarchizzazione piramidale; – affrancatevi dalle vecchie categorie del Negativo (la legge, il limite, la castrazione, la mancanza, la lacuna), che il pensiero occidentale ha sacralizzato tanto a lungo come forma di potere e modo di accesso alla realtà. Preferite ciò che è positivo e multiplo, la differenza all’uniformità, il flusso alle uni

#metoo, #wetogether: « una condizione comune nella frammentazione della precarietà esistenziale.» – Caterina Peroni

«Creare, ancora, una condizione comune nella frammentazione della precarietà esistenziale. Ma #wetoogether aggiunge un pezzo fondamentale che ancora non era stato affrontato esplicitamente in queste campagne: la dimensione sessuale della violenza del lavoro. A scorrere gli hashtag la banalità del male ci investe come uno tsunami: chi infatti può dire #NotMe? Le storie raccontate non hanno solo a che fare con stupri o molestie sessuali penalmente rilevanti. Hanno a che fare con la quotidianità esperita dalla maggior parte di donne e persone LGBTQ in ogni sfera della propria vita, soprattutto quella lavorativa – e che individua il nesso tra sfruttamento, precarietà, ricattabilità, violenza sessuale e di genere. Una quotidianità che colpisce i corpi sessualizzati e gerarchizzati strutturalmente nel mercato del lavoro. [...] E come fare in modo che dalla denuncia, dalla presa di parola, dal riconoscimento e dalla mobilitazione si sedimentino pratiche reali, situate, in grado di rispondere

reddito di base incondizionato

Il movimento femminista pone il reddito universale incondizionato al centro delle sue pacifiche lotte.  È una scelta politica coerente: donne e uomini senza reddito non possono uscire dalla violenza subita, dal ricatto, dallo sfruttamento delle loro vite. http://effimera.org/delluso-strumentale-del-reddito-finalita-politiche-andrea-fumagalli-cristina-morini/

In risposta a chi ripete: «siamo stati sconfitti, non esistono movimenti...»

Dico che: 1) i movimenti esistono e sono forti, lucidi e non effimeri, vedi il movimento femminista e il movimento antirazzista; 2) è necessario ripensare il tema della "sconfitta". Soprattutto evitare di annidarcisi dentro. Ci dice DINAMOPRESS ( che vi invito a leggere spesso  https://www.dinamopress.it  ) : «Nel brevissimo intervallo fra la sconfitta spartachista e il suo assassinio, 15 gennaio 1919, Rosa Luxemburg scrisse:   Dove saremmo oggi senza quelle "sconfitte", dalle quali abbiamo attinto esperienza storica, scienza, forza, idealismo! Noi, che oggi siamo giunti immediatamente davanti alla battaglia finale della lotta di classe proletaria, poggiamo i piedi proprio su quelle sconfitte, a nessuna delle quali possiamo rinunciare, ognuna delle quali è una parte della nostra forza e consapevolezza » Commenta perfettamente il prof. Giso Amendola (che vi invito a leggere spesso): « Che cosa significa che Rosa e Karl sono stati sconfitti? Cosa signifi

Abbiamo un piano. Piano femminista per cambiare il mondo

https://drive.google.com/file/d/1r_YsRopDAqxCCvyKd4icBqbMhHVNEcNI/view